il G.A.M. > gli Artisti > Primo Riva


Sono nato a Melzo (MI) nel 1936. Ho iniziato la mia carriera da autodidatta, perfezionando la tecnica nel corso degli anni e maturando uno stile personale e originale. Le mie opere hanno riscosso numerosi successi di pubblico e di critica durante le mostre in cui ho esposto, in varie città italiane ed estere, di cui cito: Caravaggio, Ferrara, Firenze, Genova, Melzo, Milano, Mortara e Parigi. Hanno scritto di me su giornali e riviste di settore e su cataloghi specializzati alcuni importanti critici d'arte, tra cui E. Brioschi, R. Casiraghi, A. De Bono, G. Martucci, A. Oberti, G. Tuti, M. Monteverdi. I miei quadri fanno parte di numerose collezioni private. La scintilla della pittura è scaturita in me allorquando, ancora giovane, osservavo mio padre che, alla sera e nei dì di festa, in casa o nel cortile in cui abitavo, si metteva a dipingere ritraendo gli interni o gli esterni, nature morte o personaggi. Ho sempre avuto la natura nel sangue e visto l'arte nel filo d'erba che cresceva, nei fiori, negli svariati colori delle piante, nell'acqua cristallina, nel colore del cielo, nella vita stessa. Quindi dopo aver terminato gli studi tecnici mi sono dedicato con impegno ad osservare la natura, incominciando così a trasferire sulla tela ciò che vedevo e dando il via alla mia tendenza alla pittura. Attraverso i miei quadri voglio dimostrare che la natura, nei confronti dell'uomo, vince e vincerà sempre. L'autodistruzione che l'uomo sta portando non è altro che il definitivo trionfo della natura che non si lascia dominare e sopraffare e che un giorno riprenderà il proprio ciclo biologico perfetto e lo continuerà nel tempo."  Pensiero sull'arte: "L'arte è creatività, è poesia, è l'espressione magica tra uomo e natura". Pensiero sulla vita: "La vita è l'arte delle arti".

Documentazione critica.
La sua delicata libertà interpretativa nell’ ambito della figuratività è già un augurio. Ed è quasi superfluo notare come la consistenza, quasi impalpabile, di questi messaggi visivi (prerogativa in sommo grado di determinata pittura lombarda), proprio nella significante ed aerea linearità dei suoi esiti ci faccia sentire come disarmati di fronte alle sue opere e giunga alla mente e ai sensi fondendo insieme il senso mistico di cui abbiamo accennato col suo lirismo. Egli deve questo privilegio, se cosi possiamo chiamarlo, alla puntualità delle immagini che non ammettono interpretazioni ambigue; un linguaggio, vogliamo dire, già di per se testimonianza del suo atteggiamento consapevole verso la vita della natura. Ogni casolare immerso nella neve o nella pienezza estiva, ogni corso d'acqua circondato da orizzonti spaziali che sarebbero stati cari alla poesia di Guido Gozzano, anche ogni volto femminile mostrano di essere stati ideati per un senso di equilibrio, di proporzione, di armonia e di pace. Sono note cromatiche fluide e vaporose che parlano di diffusa luminosità e che certamente costituiscono una testimonianza assai efficace delle sue possibilità di intendere il paesaggio e la realtà della vita quotidiana. Forse per questo il tessuto della sua pittura non presenta smagliature di sorta: c'è  tutto un ribattere diffuso di luce nelle tele, una poeticità diversa, vogliamo dire, da quella che normalmente si è soliti cogliere.   di Antonio Oberti





" La sofferenza di Cristo "
35 x 30

 

" Armonia in cascina "
50 x 60
" Il pastorello "
50 x 60
" Cascina con airone "
50 x 35

 


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